Sessant’anni fa, nel 1959, papà Franco, mamma Anna e il fratello decisero di aprire, con poche risorse e molti debiti, un ristorante di qualità con annessa pizzeria, “La Caravella”. Era una trattoria di qualità.
L’arredo e gli spazi del ristorante oggi sono simili a quelli originali, ovviamente conservati con tanti restauri e migliorie tecnologiche. Attualmente il pavimento è di marmo rarissimo, rosso Verona, gli intonaci ricci, il sogno di tanti architetti, i soffitti centenari e affrescati; i tessuti che tappezzano il ristorante sono sete di San Leucio di Alois, l’opificio del ‘700, fornitore del Vaticano e di tante Case Reali; le porcellane di RichardGinori, l’argenteria Sambonet disegnata da Giò Ponti, i cristalli di Murano, sono tesori.
Erano gli anni ’60 e la Caravella con fierezza rappresentava il punto di incontro del Gran Tour in Costa d’Amalfi, il luogo dove nascevano amori tumultuosi, dove si firmavano accordi mai rivelati, dove tutto ha contribuito a rendere la Costiera Amalfitana quella che è oggi, uno dei posti più conosciuti ed ammirati al mondo.
Ho iniziato nel 1987, dopo un po’ di esperienze in giro per il mondo; per mia fortuna, il solco era già tracciato. Grazie a mamma e papà, nel 1969 siamo stati il primo ristorante a ricevere la prima stella dalla guida Michelin del Sud Italia, persa negli anni ’80 e riconquistata da me negli anni ’90.
Fu in quegli anni che intuii il mutamento di direzione della ristorazione italiana: iniziai a cambiare da trattoria a ristorante, e realizzai il mio sogno: la cantina con il controllo di temperatura e umidità – allora una novità – con molti illustri colleghi che mi davano del matto. La mia passione fu scambiata per follia, invece avevo semplicemente anticipato i tempi: l’unione cibo-vino-arte è diventata oggi la formula vincente di tutti i ristoratori di eccellenza.
Oggi siamo Ristorante- Museo, Enoteca e Art Gallery
Scarica la brochure e ripercorri i nostri primi 60 anni di passione per l’arte culinaria